CABG, i miei primi 60 anni

CABG, i miei primi 60 anni

Pubblicato da Salvatore Tribastone il 13 giugno 2019

L’intervento di bypass delle arterie coronarie, noto anche come CABG, è attualmente considerato una delle procedure più comunemente eseguite quando si parla di chirurgia a cuore aperto. Mentre Adam Hammer descrisse la malattia delle arterie coronarie per la prima volta nel 1876, fu solo nel 1910 che fu fatta la prima descrizione di questa particolare procedura.

Circa due decenni dopo che Alexis Carrel descrisse la procedura per l’innesto di bypass delle arterie coronarie, il Dr. John Gibbon sviluppò la primissima macchina cuore-polmoni, che fornì lo standard per il bypass cardiopolmonare, aprendo la strada a rendere l’intervernto di CABG una possibilità reale all’interno della medicina convenzionale.

Diversi progressi sono stati fatti nell’ambito delle procedure chirurgiche per migliorare il trattamento delle malattie cardiovascolari. Nel 1950, Arthur Vineberg realizzò il primo innesto di arteria mammaria interna nel miocardio. La procedura fu considerata efficace solamente quando si riuscì a visualizzare l’impianto mediante arteriografia verificando la comunicazione tra l’arteria mammaria e l’arteria coronaria. Tuttavia, la tecnica di Vineberg ebbe un’alta incidenza di trombosi e mortalità postoperatorie. Tre anni dopo, fu descritta la prima procedura in cui sono stati impiantati innesti arteriosi nella circolazione coronarica di un paziente. Un altro importante progresso è stato fatto quando un’endoarteriectomia dell’arteria coronaria è stata eseguita per la prima volta senza l’uso di bypass cardiopolmonare. Probabilmente, il bypass aortocoronarico non avrebbe avuto la possibilità di miglioramento senza il precedente sviluppo dell’endoarteriectomia per rimuovere le placche ateromatose nelle arterie coronarie, eseguita con successo per la prima volta nel 1955 e che continuò ad essere perfezionata fino a quando, nel 1961, Senning eseguì un’arteriotomia coronarica con l’impianto di un segmento di vena safena. Nel 1964, Donald Effler usò per la prima volta patch di pericardio nel sito di endoarteriectomia invece dell’arteria mammaria o della vena safena.

Il Dr. René G. Favaloro è stato considerato il responsabile della standardizzazione e della sistematizzazione della tecnica dell’innesto di bypass delle arterie coronarie negli anni ’60. Poco dopo, questo intervento sarebbe diventato uno dei più praticati al mondo, poiché offriva la possibilità di prolungare e migliorare la vita di migliaia di pazienti con grave malattia coronarica (aterosclerosi). La grande innovazione di Favaloro era quella di collegare la vena safena (prelevata dalla gamba) con l’arteria coronaria, per generare una scorciatoia o una derivazione per la rivascolarizzazione del cuore. Dalla sua rivoluzionaria tecnica diretta di rivascolarizzazione, milioni di vite sono state salvate in tutto il mondo.

Fu solo nel 1961, tuttavia, che il primo bypass con arteria coronaria fu praticato con successo su un essere umano. Prima di questa data, esperimenti precedenti erano stati condotti solo su modelli animali. Da allora molti progressi sono stati fatti nel campo delle procedure chirurgiche delle arterie coronarie. I ricercatori hanno iniziato a investire più tempo e denaro in studi scientifici e progressi tecnologici, al fine di produrre risultati migliori e, naturalmente, di rendere l’intervento di bypass delle arterie coronarie una procedura più sicura per il paziente.

L’utilizzo di interventi di bypass coronarico è aumentato in modo significativo nel corso degli anni ’80. Durante questo periodo, la tecnica è stata anche criticamente studiata e resa più sicura di prima. Ciò ha portato ad un notevole miglioramento nel successo delle procedure eseguite nella popolazione generale, tra i pazienti con complicanze cardiovascolari esistenti.

Da allora, negli ultimi anni abbiamo assistito a un numero considerevole di progressi. Mentre l’intervento classico di bypass delle arterie coronarie è ancora l’opzione più utilizzata dai chirurghi per il trattamento di alcune condizioni patologiche cardiovascolari oggi, ci sono ora procedure meno invasive che possono essere utilizzate anche in altri casi. La tecnologia ha anche consentito lo sviluppo di alcuni interventi chirurgici assistiti da robot che migliorano notevolmente il successo complessivo della procedura, consentendo una significativa riduzione dell’invasività e, infine, portando, in mani esperte, ad un’opzione più sicura per il paziente.

Il Bypass coronarico fuori-pompa (OPCABG), senza l’utilizzo della circolazione extracorporea, consente di diminuire la sofferenza miocardica e lo sviluppo di una risposta infiammatoria sistemica nel paziente. Pertanto, la successiva comparsa di complicazioni associate ad essa è sicuramente ridotta. Questo metodo è stato molto controverso all’inizio, tuttavia, gli eccellenti risultati derivati da questa tecnica hanno portato al fatto che è attualmente uno dei metodi di rivascolarizzazione più diffusi nel mondo.

Nell’anno 2000, c’erano circa 519.000 procedure di bypass delle arterie coronariche condotte in tutto il mondo. Quell’anno le procedure hanno raggiunto un picco – questo ha segnato il maggior numero di procedure CABG mai condotte in un solo anno.

A causa dei miglioramenti tecnologici che ora consentono alle procedure minimamente invasive di essere un’opzione valida per i pazienti, abbiamo osservato un calo del numero di procedure di CABG eseguite in tutto il mondo. Nel 2012, ad esempio, ci sono state circa 300.000 procedure di CABG nel mondo, con un calo di 219.000 dal 2000.

Il bypass è l’ intervento chirurgico del ventesimo secolo poiché ha trasformato l’aterosclerosi coronarica da una malattia fatale a una malattia cronica curabile. Con il passare del tempo, questo intervento chirurgico è stato modificato, in precedenza era necessario eseguire questo intervento tramite circolazione extracorporea, tuttavia al momento non è più necessario utilizzare questo dispositivo.

Attualmente, recenti linee guida sulla rivascolarizzazione miocardica (2018, ESC-EACTS), nonostante i grandi progressi della rivascolarizzazione percutanea (PCI), evidenziano il ruolo di CABG in pazienti con diabete, EF <35%, controindicazioni a DAPT, ristenosi ricorrente, malattia multivasale con punteggio SYNTAX> 22, prevedibile rivascolarizzazione incompleta con PCI, necessità di altri interventi cardiaci, patologie dell’aorta ascendente con indicazione chirurgica.

CABG ha 60 anni ed è ancora vivo.

@salvotribastone

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