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Le Malattie Cardiovascolari sono attualmente la prima causa di morte nei paesi sviluppati. Si calcola, per esempio, che nel 2010 hanno causato ben 16 milioni di morti nel mondo. Sono anche al primo posto per disabilità. Nei paesi in via di sviluppo assistiamo ad un incremento esponenziale della mortalità e morbilità per malattia cardiovascolare. Le grandi trasformazioni sociali hanno portato ad un aumentato benessere economico e ad un radicale cambiamento delle condizioni lavorative che hanno influenzato negativamente l’approccio dietetico (maggior consumo di grassi saturi), l’attività fisica e il tabagismo. L’aumento dell’incidenza di aterosclerosi ne è la causa più evidente con predominanza della malattia coronarica e dell’ictus cerebrale. Di recente, gli interventi di prevenzione primaria nei soggetti a rischio e secondaria (pazienti con patologia nota) stanno favorendo la riduzione dell’incidenza delle malattie cardiovascolari degenerative tra le cause di morte. Una migliore organizzazione (rete dell’infarto) ospedaliera e territoriale, i progressi in campo diagnostico e terapeutico, i progressi della cardiologia interventistica, della cardiochirurgia, dell’elettrofisiologia sono da considerare i punti di forza di questa ‘lotta’ alle malattie cardiovascolari. La farmacologia ha dato un notevole contributo con la scoperta di farmaci ‘salva-vita’ come i beta-bloccanti, gli ace-inibitori, le statine, i farmaci anti-ipertensivi e la riscoperta dell’acido acetilsalicilico che ha ridotto la mortalità coronarica per eventi acuti o secondari.

Le campagne mirate contro il fumo, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia sono state efficaci per la parte recettiva della popolazione che ha risposto positivamente alle indicazioni di politica sanitaria. Altrettanto bisogna portare avanti un programma di prevenzione per la sedentarietà e l’obesità che sembrano essere attualmente in continua crescita nel mondo. L’incidenza di diabete di tipo 2 associato ad obesità è in continua crescita già nella popolazione pediatrica e nei paesi in via di sviluppo.

Da questi dati epidemiologici possiamo facilmente risalire ai Fattori di Rischio cardiovascolare, quelli che negativamente possono influenzare l’instaurarsi della Malattia Cardiovascolare. La presenza di uno o più di tali fattori aumentano enormemente il rischio di malattia. Per questo motivo è importante conoscerli uno ad uno e combatterli adeguatamente con l’aiuto del medico di fiducia.

Fumo

Tra i fattori di rischio è quello che più facilmente può essere eradicato. Il fumo di sigaretta è nato originariamente nei paesi cosiddetti sviluppati ma attualmente presente maggiormente nei paesi in via di sviluppo. La popolazione maschile prevale su quella femminile. Si calcola che nel XXI secolo, se non verranno attuate misure adeguate di prevenzione, il fumo causerà oltre 1 miliardo di morti. Il fumo passivo è anch’esso causa di malattia cardiovascolare soprattutto di malattia coronarica.

Ipertensione

L’ipertensione è tipica dei paesi industriali rispetto a quelli in cui l’ambiente è rurale. E’ subdola in quanto non dà alcun sintomo anche quando è elevata. Molti casi di ictus cerebrale e di malattia cardiovascolare in generale hanno alla base una ipertensione arteriosa misconosciuta. Si stima che circa 15 milioni di italiani sono ipertesi e circa la metà non sa di esserlo. La riduzione o assenza di sale nell’alimentazione è una delle scelte immediate che possono favorevolmente agevolare la diminuzione dei valori pressori. Naturalmente non è tutto così semplice! Esistono vari tipi di ipertensione e solo il consiglio del tuo medico può indirizzare in modo corretto il tuo stile di vita e la terapia farmacologica adeguata.

L’ ESC (European Society of Cardiology) nel 2013 ha stabilito la classificazione dell’Ipertensione in base ai valori pressori.

Colesterolo

L’eccesso di colesterolo nel sangue può essere causa di Ictus e di Infarto miocardico. Rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per l’aterosclerosi, base patologica per la stenosi (restringimento) e l’ostruzione delle arterie (cerebrali e coronariche soprattutto) mediante la placca aterosclerotica che si accresce all’interno dei vasi fino a interrompere il flusso di sangue determinando l’occlusione arteriosa (infarto).

Il valore del colesterolo ‘cattivo’ (LDL) è quello su cui si basa la scelta del trattamento terapeutico. Attualmente si considera il valore di 100 mg/dL come target da non superare e addirittura di 70 mg/dL se vi sono altri fattori di rischio associati o patologie cardiovascolari pregresse.

Per la scelta di eventuali trattamenti dietetici e della terapia adeguata è indispensabile contattare lo specialista di fiducia. A volte l’approccio terapeutico è multidisciplinare. Le statine, quando indicate, riducono i valori di LDL fino alla norma.

Diabete

Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da un aumento dei livelli di glucosio nel sangue per carenza assoluta o relativa di insulina nell’organismo. La malattia è in continuo aumento nel mondo (attualmente si stimano 350 milioni di diabetici). Il diabete di tipo II è largamente il più frequente ed è legato all’invecchiamento della popolazione, obesità, familiarità ed etnia. La misurazione della glicemia a digiuno, nonché il dosaggio dell’Emoglobina glicata consentono di individuare soggetti a rischio di diabete e di malattia cardiovascolare.

Obesità

L’obesità è stata definita dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) l’epidemia del XXI secolo. Stime affidabili per il 2020 indicano come gli adulti in sovrappeso saranno circa 2,3 miliardi e gli obesi più di 700 milioni. C’è una correlazione tra obesità e mortalità. Chi pesa il 20% in più del proprio peso ideale aumenta del 25%, rispetto alla popolazione normopeso, il rischio di morire di infarto e del 10% quello di morire di ictus. Se il peso supera del 40% quello consigliato, il rischio di morte per qualsiasi causa aumenta di oltre il 50%, per ischemia cerebrale del 75% e per infarto miocardico del 70%. In queste condizioni anche la mortalità per diabete aumenta del 400%. Il metodo più semplice per valutare quantitativamente l’eccesso ponderale è rappresentato dal calcolo dell’indice di massa corporea (body mass index, BMI) [kg/m2].

BMIDefinizione
< 18.5sottopeso
18.5–24.9peso normale
25.0–29.9sovrappeso
30.0–34.9obesità di classe I
35.0–39.9obesità di classe II
≥ 40.0obesità di classe III

Il trattamento dell’obesità è normalmente la Dieta associata ad attività fisica. Purtroppo molte volte queste misure sono temporanee e sembra che il successo del mantenimento del peso a lungo termine sia solamente del 2-20%. Esiste anche una terapia chirurgica oltre a terapie farmacologiche che dovranno essere prese in considerazione dopo attento esame del medico specialista. Anche in questo caso l’obesità si presenta come malattia multifattoriale ed è frequentemente associata ad altre patologie la più frequente delle quali è il diabete. Preoccupante il progressivo incremento di obesi in età pediatrica e adolescenziale e la terapia utilizzata in questi casi mira a modificare lo stile di vita.

Sedentarietà

L’urbanizzazione ha favorito la riduzione dell’attività fisica tipica dei lavori d’ufficio e dei trasporti motorizzati. Le attuali linee guida raccomandano moderati esercizi fisici di 30 minuti al giorno. L’attività fisica riflette positivamente, se effettuata correttamente e continuativamente, la riduzione del BMI (indice di massa corporea).

Le malattie cardiovascolari, i cui fattori di rischio sono noti, hanno bisogno di una politica sanitaria attenta e condivisa. Le strategie principali devono orientare il cittadino ed educarlo al rischio di malattia. Una corretta informazione, può salvare vite umane.

Le informazioni pubblicate in questo articolo e sul sito web salvatoretribastone.com non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del tuo medico. Cerca sempre il consiglio del tuo medico di fiducia per qualsiasi domanda o condizione di salute.

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